Il 2 maggio, 500° anniversario dalla scomparsa (2 maggio 1519) di Leonardo da Vinci, al ristorante Passone di Montevecchia (LC) è stato presentato il libro che l’Accademia delle 5T ha realizzato per ricordare il Genio di Vinci: 50 cuochi e pasticceri propongono una ricetta ispirata dalla vita e dalle opere di Leonardo. Inoltre viene fatta chiarezza sul rapporto tra Leonardo e il cibo, in particolare la cucina, facendo piazza pulita delle bufale che impazzano sul web
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Il ristorante Passone di Montevecchia è uno dei 50 ristoranti protagonisti del libro, e non a caso: la Brianza lecchese, come molte terre che furono governate dagli Sforza, si giovò del lavoro e delle intuizioni di Leonardo e, soprattutto, le montagne che fanno da quinta a queste colline hanno incuriosito l’artista che innanzitutto le “studiò”, poi le disegnò e ne riprese i contorni per gli sfondi dei suoi capolavori.
Ma non a caso anche perché il Passone da sempre fa delle cene a tema occasioni di incontro stimolante con la propria clientela cercando di proporre la conoscenza più approfondita con prodotti interessanti e, molto spesso, arricchendole con temi di interesse culturale e/o naturalistico.
L’ambiente curato e attento alle esigenze di una clientela molto varia, il servizio attento e molto professionale, una cantina importante e una carta dei distillati di livello superiore, il parco esterno attrezzatissimo per i servizi fotografici e le cerimonie, gli appartamentini con tutti i confort sono gli aspetti evolutivi dell’attività della famiglia Cogliati, alla terza generazione attiva nella condiuzione del complesso, ma anche il legame con il territorio e la terra è rimasto intatto.
Anzi si è arricchito: oggi al vino, all’orto, al frutteto, all’allevamento di asini, alla raccolta di erbe e funghi spontanei nei propri terreni, allo splendido rosmarino che ha fatto la storia agricola di Montevecchia, si è aggiunto un uliveto che da due stagioni offre un olio extra vergine d’oliva di rara eleganza che riporta in vita una vocazione antica del territorio evidente da diversi toponimi locali.
Anzi, ci piace pensare che Leonardo abbia ritrovato proprio qui, un tempo terra di uve e anche ulivi, un po’ di atmosfera della sua Toscana prima di affrontare i suoi viaggi tra gli “scogli” (come chiamava le cime rocciose) e le acque turbinose delle montagne lariane che tanto hanno stimolato la sua curiosità scientifica.