Certi personaggi – sportivi, cantanti, VIP assortiti ecc ecc – coinvolgono molto di più (purtroppo molto più spesso in negativo che in positivo) di qualsiasi altro, che sia insegnante, coach, mentore o persino genitore. E questi personaggi sono padroni e strumenti dei media “pettegoli”, calunniosi e cinici. Ai media, invece, non frega nulla di dare spazio a insegnanti, coach (non VIP), mentori e genitori.
Coinvolgono nelle loro scelte proprio perché hanno avuto successo e per buona parte del pubblico, i giovani in particolare, le loro scelte sono componenti del loro successo o, perlomeno, non l’hanno ostacolato. Anche quelle scelte che il buon senso comune ritiene negative quand’anche non sono illegali. Purtroppo l’invidia, mamma dell’imitazione, è molto più comune e comoda dell’indignazione.
Eppure i media e, cosa più grave, le istituzioni, sono molto più indulgenti – gli esempi sono tanti: droga su tutto, alcolismo, incoscienza stradale… – con chi ha influenza sui giovani che con i “viziosi” comuni.
Pertanto questi personaggi hanno molte responsabilità nelle scelte dei giovani, comprese scelte meno drammatiche della droga o dell’abuso di alcol ma, oggi come oggi, di grande attualità e importanza sociale oltre che per la salute del singolo individuo: su tutte una sana alimentazione.
Dovrebbero comportarsi di conseguenza UEFA, CONI, FIFA ecc ecc: lo sport ha un ruolo educativo primario e gli organismi che lo dirigono rappresentano valori, non solo classifiche e record.
Nel caso specifico la Coca Cola è una bevanda gasata dolce e le bevande gasate, oltretutto contenenti un colorante “ufficialmente” cancerogeno (E150d) come appunto la Coca Cola, sono tra le maggiori responsabili di un crescente problema: l’obesità soprattutto infantile e giovanile.
E non sono oggette di consumo occasionale ma continuativo e abbondante.
Lo sport, soprattutto il calcio, ha già svenduto etica e valori per soddisfare sponsor e TV, che almeno non contribuisca a un’ulteriore diffusione di pessimi comportamenti dal punto di vista igienico-sanitario!
L’UEFA quindi ha torto, si comporta in modo irresponsabile e colpevole.
Quanto a Ronaldo, che ci sia molta ipocrisia è anche troppo facile ipotizzarlo perché – probabilmente – se la Coca Cola fosse stata suo sponsor non l’avrebbe fatto. Probabilmente, ma lo conosciamo così bene? non vogliamo dargli il beneficio del dubbio? Personalmente non mi è né simpatico né antipatico, mi è indifferente e non ho la minima idea di che persona Ronaldo sia dal punto di vista umano, perché non seguo il gossip dello sport o del mercato ma solo quello dei piedi: non potrebbe anche darsi che l’ipocrisia non ci sia? Chi ci dice che non sia coerente e che rifiuterebbe la Coca Cola come proprio sponsor?
Ben altro discorso è quello che riguarda Pogba e la birra: il suo comportamento sarebbe stato giustificato – anzi da plauso – se l’avesse motivato con i danni che la birra, poco alcolica ma comunque alcolica (che le bottiglie esposte fossero di birra analcolica è irrilevante), può fare quando se ne abusa, come di fatto è sovente avvenuto proprio intorno e dentro gli stadi.
Probabilmente un minimo di sensibilità e rispetto – che l’UEFA mostra di non avere – per i non pochi morti che l’abuso di birra da parte di hooligans e ultras ha provocato avrebbe consigliato di evitare anche la birra come sponsor.
Ma farne una questione religiosa è pericolosa intolleranza: i musulmani sono liberissimi, anzi tanto di cappello, se si comportano con coerenza e non consumano alcolici, ma i non musulmani sono altrettanto liberi di bersi una birra. Questi atteggiamenti derivanti da un political correct idiota sono un flagello del vivere comune in questo inizio di terzo millennio.