Le ricette del dì del sacrificio del porco

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L’uccisione del maiale era un momento clou della vita di una famiglia o di una comunità contadina che incideva sulla vita di tutto l’anno e persino sugli altri eventi dell’anno. Si svolgeva d’inverno e del maiale, come ancora si usa dire ma purtroppo oggi non è più così, non si buttava niente. Se gran parte dei salumi erano semplicemente un valore importante nell’economia familiare, alcuni avevano un destino ben preciso e segnavano i momenti conviviali di ogni momento topico della vita di fattoria, per esempio nella tradizione di alcuni territori le due pancette erano destinate alle merende durante la trebbiatura e poi durante la vendemmia, mentre pressoché ovunque lo strutto utilizzato all’inizio per conservare alcuni tagli e salsicce fresche diventava protagonista del Carnevale per friggere i dolci. Ma il momento conviviale più importante era proprio quello del sacrificio del porco quando tutta la famiglia era coinvolta insieme a parenti e amici e, giunta la sera, stanchi ma soddisfatti per il lavoro svolto, gozzovigliavano tutti insieme godendosi soprattutto alcune parti povere e ritagli del maiale. Nel libro Fette di Bontà ci sono anche 32 ricette storiche di quei giorni. Eccone un paio.

 

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