Spunti di cultura golosa nell’Italia conosciuta da Dante
Dopo “A tavola con Leonardo” (https://www.accademia5t.it/leonardo/), “Dante cosa ti sei perso” è il secondo libro di una collana dedicata a ricette storiche proposte da cuochi e pasticceri in modo il più possibile fedele al loro tempo e molto buone, oltre che interessanti, anche per i gusti di oggi. Un ricettario per celebrare i 700 anni dalla scomparsa di Dante, parco nel mangiare e severo con i golosi, non è così paradossale perché il sommo poeta è il padre della lingua italiana e i codici gastronomici del suo tempo rappresentano un esercizio di studio straordinario per l’evoluzione dei diversi volgari fino all’emergere come lingua italiana del toscano di Dante. Ma non solo, Dante è un testimone del suo tempo e il racconto della storia non può prescindere dal cibo, bisogno primario ma pure fonte di piacere e prestigio politico. L’immagine storica di un Medioevo afflitto da povertà, fame, arretratezza va sfatata nel XIII e XIV secolo in Italia, paese di terre fertili, sinergie di culture, imprenditorialità mercantile: il cibo non mancava, servi e braccianti mangiavano anche troppo, la nascente borghesia e i “signori” non disdegnavano vivande raffinate ma, soprattutto grazie a un uomo in anticipo sui tempi, Federico II, cuochi e medici si integravano per applicare la sagacia e saggezza della medicina greca mediata da quella araba e dalla Scuola Salernitana.
“Dante cosa ti sei perso!, I cuochi di oggi interpretano la cucina del suo tempo che il sommo poeta non seppe apprezzare” di Luca Laatarini e Guido Stecchi è un libro con un ricettario ispirato da manoscritti di cucina delle corti normanno-sveva e angioina accompagnato da scampoli di vita di Dante e delle genti dell’epoca lungo i percorsi che sicuramente, probabilmente o forse hanno segnato l’esistenza del più famoso esule errante della storia.
Nel libro ci sono altri protagonisti, vuoi perché Dante li ha più o meno maltrattati nella Commedia vuoi perché – e ci riferiamo soprattutto a Federico II – hanno segnato la storia di allora e cambiato con straordinarie intuizioni quella dei secoli successivi o – e ci riferiamo in particolare a Bonvesin de la Riva – rappresentano espressioni della cultura del tempo troppo poco conosciute.
Le ricette sono quasi uguali agli originali ove gli ingredienti e i gusti di oggi lo consentono, altrimenti sono rivisitate dal cuoco, dal pasticcere o dal norcino mantenendone comunque le caratteristiche fondamentali. E sono tutte o quasi realizzabili anche in famiglia.
Se con “Dante cosa ti sei perso!” offre un’idea del buon mangiare del 1200 e del 1300 e con “A Tavola con Leonardo” del buon mangiare del 1400, l’Accademia delle 5T proseguirà con questa giovane collana di libri per affrontare altre epoche, magari anche assai più vicine ai giorni nostri, come il prossimo libro che uscirà in primavera e sarà una curiosa e, per chi è meno giovane, una nostalgica sorpresa.
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