La studentessa Sabrina Guga dell’ IISS Agrario Alberghiero Basile Caramia – Gigante di Locorotondo – sede di Alberobello (BA) ha vinto il primo premio del concorso “La dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO” bandito dall’Accademia delle 5T – in collaborazione con . – il 20 novembre scorso in occasione del ventennale dalla scomparsa di Ancel Keys e riservato agli studenti degli istituti alberghieri.
La giuria ha assegnato il premio a Sabrina, che frequenta l’istituto professionale per i “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera” indirizzo “sala e vendita”, giunta alla finale insieme ad altri 4 studenti: Mattia Di Stasi, del medesimo istituto, Edoardo Gatto dell’IIS E.Maggia di Stresa (VB), Diamante Izzo dell’IIS F.Buscemi di San Benedetto del Tronto (AP), Michela Tarsetti dell’IPSEOA G.Varnelli di Cingoli (MC). A questi finalisti è stato assegnato un diploma di Gran Menzione. Tutti e 5 riceveranno in premio un coltello con inciso il loro nome della Coltelleria Valgobbia e i libri dell’Accademia delle 5T “A tavola con Leonardo” e “Dante cosa ti sei perso”.
La commissione di preselezione ha assegnato anche diplomi di marito ad altri 8 studenti di diverse scuole.
L’Accademia delle 5T ringrazia per il sostegno al concorso Il Consorzio di Tutela del , la
e
Il tema vincitore
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il concetto di salute come “una condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non esclusivamente l’assenza di malattia o infermità”. Inoltre, l’articolo 32 della Costituzione italiana considera la tutela della salute “un diritto fondamentale dell’individuo”.
Il modello alimentare per antonomasia che raggiunge questo obiettivo è la dieta mediterranea: non solo un paniere di alimenti opportunamente distribuiti nel tempo e nella quantità, ma “un insieme armonico di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni culturali, proprie dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che vanno dal paesaggio alla tavola includendo la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo del cibo” secondo quanto riportato dal Comitato di valutazione Unesco.
A tale modello si ispirano le linee guida per la pratica di una sana alimentazione.
Il rapporto tra salute, nutrizione e corretta alimentazione è, dunque, molto stretto: mi viene in mente, a questo proposito, il pensiero del filosofo Feuerbach “noi siamo quello che mangiamo” che sottolinea in maniera chiara il legame tra quello che siamo e ciò di cui ci nutriamo.
Per semplificare la trasmissione delle informazioni validate scientificamente, nella fattispecie di educazione alimentare e soprattutto per i più piccoli, si preferisce l’uso di rappresentazioni grafiche, che risultano essere più efficaci di un testo scritto.
A questo riguardo io ho pensato ad un modello che simbolicamente potesse rappresentare la sana alimentazione: un albero di ulivo.
L’albero perché rappresenta la vita, con il legame tra terra e cielo, che possiamo paragonare al legame che ci dovrebbe essere tra le radici ovvero la tradizione e il cielo ovvero le foglie che rappresentano, per me, l’innovazione.
Inoltre, a livello grafico, le radici che supportano l’intero albero, sono comparabili con la base della piramide (classica rappresentazione della dieta mediterranea) dove sono le caratteristiche principali del benessere.
E poi ho scelto proprio l’ulivo non solo perché l’olio extravergine, che da questo albero si ricava, ha un posto di eccellenza nella dieta mediterranea, ma anche perché caratterizza il paesaggio in cui io sono cresciuta.
Ricordo da bambina il correre e il giocare a nascondino tra questi alberi secolari. Ricordo questi alberi maestosi in pianura e pieni di frutti, una bellezza per gli occhi quando mi sdraiavo sotto l’ombra di quella folta chioma che veniva colpita dai raggi del sole, una luce calda che evidenziava il verde intenso delle olive.
Ora che sono cresciuta mi fa sempre piacere fare una passeggiata tra il bianco-grigio dei trulli, il verde degli ulivi, l’oro del grano e il rosso dei papaveri. Tutti questi bei colori vivaci sono presenti nel mio piatto con gli ingredienti con i quali cucino e condisco. E tutte le volte a sorprendermi è l’olio che sembra oro fuso!
Io sono albanese, anche se oggi vivo in Puglia, e per noi slow food vuol dire ricchezza e intimità famigliare. Casa per me è mamma con le zie e le nonne che passavano ore a cucinare, impastare, friggere e maneggiare gli ingredienti coltivati con cura nell’orto del nonno.
Ora che sono in Italia, questi pranzi abbondanti, il profumo per casa e quelle tavolate affollate mi mancano tantissimo!
E non sono la sola in famiglia ad avvertire la nostalgia di quell’atmosfera.
Mi capita, spesso, di parlare con mia madre del desiderio di alcuni piatti della nostra tradizione, in particolare di uno stufato di carne e verdure che viene cotto in un sòte di terracotta.
Talvolta, rientrando da scuola a casa, come una coccola, mi accoglie un odore famigliare che arriva al cuore e mi fa venire gli occhi lucidi: mamma sta preparando questo piatto! Entro in cucina e lei è piegata sul camino con davanti quel grosso sòte che bolle. È bellissimo quando mi porge il cucchiaio per assaggiare. La morbidezza della carne che si scioglie in bocca, il brodo scuro al sapore di cipolle e pomodorini e l’acre sapore del formaggio mi riportano nelle parti più remote della mia anima, semplicemente a casa … e mi sento al sicuro!
Che potere meraviglioso quello del cibo, penso.
Sabrina Guga
La vincitrice Sabrina Guga con la sua docente Mariana Basile durante la cerimonia di premiazione.
Il set arrosto che Coltelleria Valgobbia invierà agli studenti di sala vincitori. Vi saranno incisi il nome dello studente, della scuola e del premio. Sabrina si sta diplomando in Sevizi di sala vendita.
Il coltello che Coltelleria Valgobbia invierà a tutti gli studenti finalisti. Vi saranno incisi il nome dello studente, della scuola e del premio.