Questo titolo vi pare una contraddizione? Invece è proprio così!
Ero andato al supermercato a comprare il dentifricio e mi era venuta voglia di qualcosina di dolce ma non, con questo caldo, di cioccolato. Così ho passato tutti e due i lunghissimi scaffali di biscotti e prodotti pomposamente e ridicolmente chiamati “pasticceria” leggendo le etichette. A parte quelli cosiddetti “senza grassi” (che non dico cos’altro contengono per non iniziare un altro argomento delicato), tutti, e dico tutti, contengono olio di girasole oppure i poco salutari grassi tropicali o, addirittura, il tossico olio di colza. Qualcuno vanta in etichetta il burro o l’olio extra vergine, ma, in realtà, miscelati con i grassi tropicali, in prevalenza olio di cocco, peggiore ancora di quello di palma. E lo stesso vale per lo strutto.
Ho trovato un solo biscotto sano: i pistokkeddos (savoiardi) sardi, che sono fatti solo di farina, uova e zucchero.
Un pessimo supermercato? Questo è certo ma gli altri lo sono altrettanto visto che lo stesso esperimento l’ho fatto altre volte in diversi supermercati e centri commerciali.
Come mai? Questione di costi? Anche ma ciò non giustifica che avvenga anche in prodotti di alta fascia e biscottifici blasonati.
Perché allora?
Il motivo principale è la minore durata dei prodotti al burro, soggetti a prendere, dopo lungo tempo e se mal conservati, sentore di rancido. Ma si tratta di mesi, non di giorni! La pretesa di date di scadenza lontanissime è la causa di una bassa qualità di moltissimi prodotti, in particolare i sott’oli, oltre ai biscotti. Ed è ridicola e immotivata: oggi nessuno fa più magazzino e i trasporti sono veloci, persino se via nave, non ha senso pretendere lunghe scadenze. E’ un “vizio” ereditato dal passato e nessuno si prende la briga di aggiornarsi e aggiornare.
Ma c’è un altro motivo, gravissimo: nonostante la quantità di grassi sia la stessa sia se si usa burro sia se si “inquina” con olio di colza o grassi tropicali, i biscotti al burro danno una maggior sensazione di sazietà, per cui, pur se più buoni, se ne mangiano di meno. Se ne mangia il giusto! E l’industriale vuole se ne mangino tanti! Più di quanti ne bastino per un sano apporto nutritivo.
Il produttore fa il suo interesse? E va bene, ma non si vergognano quelle famose industrie che fanno pubblicità rivolgendosi alla mamme e vaneggiando di una colazione più sana, pur sapendo di utilizzare cattivi grassi o di rimpinzare volutamente con troppi grassi? L’obesità è un male sociale, incentivarla è come incentivare a fumare più sigarette o a bere superalcolici prima di mettersi alla guida.
E non tiriamo in ballo il colesterolo: i grassi tropicali sono molto più dannosi anche da questo punto di vista rispetto a burro e, soprattutto, strutto (il grasso base dei biscotti e dei dolci nelle ricette storiche).