Ecco un frutto che, se si ha la fortuna di trovarsi nel territorio di Tortona,dev’essere preso al volo e gustato in fretta perché il punto di debolezza della Fragola profumata di Tortona è la vita molto breve sia come periodo di maturazione sia perché colta il giorno prima di quello di ottimale maturazione non sa di nulla, il giorno dopo già decade. E anche dopo la raccolta dura pochissimo e, come tutta la frutta di pregio, soffre il frigorifero.
La Fragola profumata di Tortona appartiene alla specie Fragaria moschata, è originaria delle foreste dell’Europa centrale, più grande della fragolina di bosco (Fragaria vesca) ma più piccola delle comuni varietà in commercio di origine americana che appartengono all’incrocio Fragaria x Ananassa. È una specie dioica, presenta infatti piante con fiori staminiferi (maschili) e piante con soli fiori pistilliferi (femminili). Una delle caratteristiche che più contraddistingue la Fragola profumata di Tortona è il suo peculiare aroma floreale, lievemente speziato, con accenni di miele, muschio e vino, molto diverso da quello delle altre fragole e più intenso persino di quello della fragolina di bosco. L’intensità è tale che, per esempio, chi ne propone un gelato non la utilizza in purezza ma tagliata con altre fragole. Il periodo di raccolta, che dura al massimo 15-20 giorni circa, avviene, cambiamenti climatici permettendo, nella seconda metà del mese di maggio. La zona di produzione comprende la collina e la zona montana del Tortonese in provincia di Alessandria.
La coltivazione della fragola nella campagna tortonese ha origini molto antiche. Già la cronaca di Tortona di Tormeno Berruti, scritta alla fine del Cinquecento (scoperta e pubblicata solo recentemente) ci presenta un interessante e curioso quadro delle coltivazioni agricole allora praticate nel Tortonese. Tra i prodotti più significativi sono ricordate le “fravole o magiostre“, come vengono indicate nel dialetto locale. Questi termini sono diffusi su una ristretta area compresa tra il Monferrato, la Lomellina e il Piacentino, ma anche in altre zone d’Europa, come ad esempio nei Paesi Baschi e nella Francia meridionale (Linguadoca). In un atto del 1631 è citata la strada tortonese chiamata “Fragolaria”, presso la Chiesa di San Rocco, mentre alla fine del Settecento Lorenzo Vechini, nell’opera “La salubrità del clima di Tortona” (1789), ricorda la fragola tra i principali prodotti degli orti tortonesi. Ai primi del novecento la fragola di Tortona gode di una certa notorietà nei territori vicini e risulta molto ricercata. Nel 1931 fu costituito un consorzio dei fragolicoltori con apposito regolamento che disciplinava il confezionamento e la commercializzazione del prodotto. La fama della fragola tortonese superò anche i confini locali: richieste del prodotto giunsero da Roma, come pure da Colonia e da Berlino mentre notevoli quantità di fragole venivano spedite via ferrovia nel Canton Ticino. Tale florido periodo durò un ventennio. La sua coltivazione ebbe un declino negli anni del boom economico anche perché i terreni allora più vocati furono in parte utilizzati per case popolari e, in un particolare sito, per una discarica abusiva. Fortunatamente, grazie alla passione di un minuscolo manipolo di contadini e studiosi del territorio, la sua coltivazione è stata ripresa negli ultimi anni.